CHIRURGIA PEDIATRICA
 

La frenulectomia è un piccolo intervento chirurgico per la rimozione di uno dei frenuli, che consente di risolvere varie tipologie di problematiche relative a frenulo corto labiale o linguale.

Il frenulo è una mucosa che collega le labbra o la lingua alla mucosa alveolare. Un frenulo troppo corto in posizione labiale può creare varie problematiche, come portare alla formazione di uno spazio interdentale eccessivo, difficoltà di fonazione.

Il frenulo corto è una malformazione congenita, quindi già presente al momento della nascita. Può inizialmente passare inosservato, specie se presente in forma lieve, ed essere diagnosticato solo in età adulta per la comparsa di alcuni sintomi come disturbi del sonno oppure mal di schiena o torcicollo da cattiva postura ed è più frequente nei maschi rispetto alle femmine.

Non sono note le cause responsabili della formazione del frenulo linguale corto, ma si pensa che possa esistere una predisposizione genetica, o che sia causato da anomalie di sviluppo embrionale che impediscono lo scollamento corretto del pavimento della bocca dalla lingua.

Il dentista valuterà se il frenulo linguale appaia ispessito, breve oppure se è molto vicino alla punta della lingua, il grado di movimento della lingua nonché diverse caratteristiche fisiche come: la simmetria e profilo del viso e della mandibola

Frenulectomia e Frenulotomia: in che cosa consistono?

La frenulotomia (parziale rimozione del frenulo attraverso un piccolo taglio orizzontale) o la frenulectomia (asportazione completa del frenulo) sono effettuate dallo Studio Dentistico Digitale esclusivamente con la tecnica laser. In tutti i casi è un intervento chirurgico semplice, di breve durata e privo di rischi importanti. L’intervento con tecnologia laser riduce tempi di guarigione, sanguinamento e possibili rischi.



Cura e rimedi

Secondo alcuni chirurghi andrebbe effettuato un intervento il prima possibile (entro i 3 mesi di vita) per evitare che si instaurino abitudini compensatorie errate con conseguenze negative per la fonazione, deglutizione e/o postura del piccolo paziente.

Germectomia Per germectomia si intende la estrazione precoce del dente del giudizio, cioè l’avulsione del terzo molare o di altro elemento dentario (spesso premolari) che non abbiano ancora raggiunto il grado di sviluppo radicolare.

Quando effettuare la germectomia?
La fascia di età indicata per la germectomia del terzo molare va dai 15 ai 17 anni, invece l’età indicata per l’avulsione dei premolari, in pazienti con gravi discrepanze dento-scheletriche si esegue tra i 9 e i 12 anni.
In giovane età, le radici dei denti non sono ancora completamente sviluppate, l’osso circostante è più morbido, il rischio chirurgico è minore e i tempi di recupero sono più brevi.

Quali sono le situazioni che richiedono la germectomia? La germectomia dei premolari o dei terzi molari viene richiesta in caso di:

  • situazioni di discrepanze dento-alveolari al fine di correggere  il divario fra la dimensione dei denti e il perimetro dell’arcata mandibolare o mascellare, consentendo così il corretto allineamento degli elementi dentali;
  • trattamento ortodontico che prevede l’arretramento del primo e secondo molare allo scopo di guadagnare spazio nei settori laterali per prevenire anche il possibile verificarsi di una inclusione indotta dal trattamento stesso;
  • alterazioni morfologiche o di sede del germe che possono interferire con il processo di eruzione;
  • patologie a carico del germe (es: cisti, etc…).
John

John

Avulsione denti da latte L’avulsione dentale in età pediatrica è nella stragrande maggioranza dei casi conseguente a un evento traumatico relativo a cadute, scontri e incidenti di gioco, e nei casi peggiori a episodi di violenza. Sebbene si tratti di un dente deciduo, un caso di avulsione dei decidui traumatica pone l’odontoiatra nella condizione di dover stabilire se reimpiantare o meno l’elemento dentale, dopo un’attenta valutazione di una serie di fattori, spesso soggettivi.

La lesione che determina la completa fuoriuscita dal proprio alveo rappresenta tra il 7 e il 13% di tutti gli infortuni che interessano i denti da latte, riscontrabile in misura maggiore nei bambini che hanno iniziato a camminare da poco e pertanto soggetti a frequenti cadute.

Recenti linee guida sul trattamento di lesioni avulsive traumatiche nella dentizione primaria sconsigliano il ricorso al reimpianto, nonostante ciò alcuni dentisti lo eseguono a seguito di un’esplicita richiesta da parte dei genitori, che lo ritengono opportuno per il mantenimento degli spazi occlusali, lo sviluppo adeguato del linguaggio, per aspetti connessi alla masticazione e non da ultimo per via di effetti riconducibili alla psicologia del piccolo paziente.

Gli strascichi per il deciduo sono stati nel dettaglio: necrosi della polpa, fistole, decolorazione della corona, sviluppo di cisti radicolari, anchilosi, lieve riassorbimento radicolare esterno, riassorbimento osseo; mentre per ciò che attiene ai permanenti: malocclusione e lacerazione, successiva estrazione, colorazione biancastra e ipoplasia dello smalto.

Denti da latte: quando l’estrazione è l’unica via
Quando estrarre un dente da latte

In genere i denti da latte vanno estratti quando rappresentano un impedimento per la corretta eruzione della dentatura permanente.

Può capitare infatti che i denti decidui non cadano spontaneamente rimanendo in arcata per un tempo più lungo rispetto a quello fisiologico, in questo caso si parla di caduta posticipata.

Quando i denti da latte tardano a cadere è opportuno prenotare una visita con la nostra dott.ssa di fiducia perché se i denti decidui rimangono in arcata più del necessario possono provocare danni ai denti permanenti ponendo le basi per una malocclusione dentale.

Estrarre un dente da latte cariato
Come abbiamo visto, i denti da latte sono importantissimi e devono rimanere in arcata per tutto il tempo necessario al fine di consentire la corretta eruzione dei denti permanenti.

La caduta anticipata o l’estrazione di un dente da latte non prossimo alla permuta può portare il bambino ad avere i denti permanenti storti rendendo necessario un apparecchio ortodontico.

Un dente da latte cariato quindi non va estratto, ma curato proprio come uno permanente attraverso una terapia canalare o la devitalizzazione se necessaria. L’estrazione di un dente deciduo cariato invece è prevista quando la carie è talmente estesa da non essere curabile.

L’importanza di mantenere lo spazio tra i denti
Quando un dente da latte cade o viene estratto in anticipo, è necessario applicare un mantenitore di spazio, cioè un apparecchio fisso o mobile il cui scopo è conservare lo spazio lasciato libero dal dente deciduo così da evitare problemi di accavallamento dentale in futuro.

Di solito viene ben accettato dal bambino che dopo qualche giorno non avvertirà nessun fastidio essendosi abituato a questa presenza.

Il razionale del PRP (FATTORI DI CRESCITA) NELLA CHIRURGIA PEDIATRICA
I fattori di crescita sono un’insieme di sostanze che svolgono un ruolo fondamentale nella comunicazione intercellulare. Svolgono un elevato numero di funzioni biologiche quali la proliferazione, la sopravvivenza e il differenziamento cellulare.

Ormai da più di 10anni è scientificamente dimostrato che i fattori di crescita ottenuti dal nostro sangue possono migliorare la guarigione sia del tessuto osseo sia delle mucose che della cute.

Nel nostro STUDIO DENTISTICO DIGITALE , utilizziamo con successo tale metodica nelle rigenerazioni ossee post estrazione, in seguito ad estrazioni complicate o germectomie.

Questi fattori reiniettati nel sito operato migliorano la guarigione e la rendono più rapida e predicibile, soprattutto a seguito di estrazioni.

Siamo orgogliosi di poter offrire tale metodica ai nostri pazienti, a dimostrazione del nostro impegno continuo nella ricerca scientifica e nelle sue applicazioni cliniche.

Il razionale di utilizzo di tale sostanza, che viene prodotta immediatamente prima dell’uso, sta nel fatto che una più elevata concentrazione di piastrine è in grado di rilasciare, nei minuti successivi all’utilizzo, un quantitativo maggiore di fattori di crescita (PDGF), vitali e attivi nei giorni seguenti (prima fase di guarigione). Oltre che nella riparazione delle ferite, dunque, il PRP, reso maneggevole dalla consistenza gelatinosa, risulterebbe efficace nel ridurre il sanguinamento postoperatorio e nel favorire la guarigione dei tessuti molli, stabilizzare gli innesti ossei (ai quali infatti viene spesso accoppiato) e indurne la vascolarizzazione. A partire da tali premesse, negli anni ,la metodica ha trovato impiego in diverse procedure di chirurgia orale, parodontale-implantare e maxillo-facciale: rialzo di seno,guarigione di alveoli post-estrattivi,lesioni intra-ossee parodontali, deficit ossei peri-implantari.



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